La frazione di Campoluci è situata a quota 252 s.l.m. Il topònimo Campoluci ha ricevuto in passato una spiegazione errata. Si sente dire assai spesso, e lo si trova scritto, che tale nome verrebbe dal fatto che proprio in questa zona sarebbe morto in battaglia il console romano Lucio Cecilio Metello nella terribile sconfitta inflitta dai Galli all’esercito romano nel 258 a. C.: da qui campus Lucii. La spiegazione è suggestiva ma non persuasiva. La spiegazione più fondata pare essere quella che vi vede una relazione con lucus (bosco sacro); spiegazione che appare rafforzata dagli studi sulla centuriazione aretina compiuti dallo studioso aretino Fatucchi. Qui in una zona tutta centuriata come dimostrano gli esempi dello Stradone e del corso del Maspino, un tratto di terreno non fu centuriato, ma rimase intatto: quel terreno (campus) ove si trovava un bosco sacro (lucus).
L’abitato di Campoluci ha una storia assai antica. Nella vicina località delle Greppe sono state rinvenute selci del paleolitico. La Carta Archeologica annota, per Campoluci, un sepolcreto del I° secolo a.C., tombe a fossa con tegoloni, vasi aretini, spada con impugnatura in bronzo e lama in ferro conservati nel Museo di Arezzo.
La prima menzione documentaria di Campoluci è dell’alto medioevo. Nell’ anno 885 Campus Lucii è ricordato in un atto di vendita; viene ricordato ancora nel 941 in un atto di donazione all’Abbazia delle Sante Flora e Lucilla e poi nel 970 e poi ancora nel 1072 in un atto di donazione di beni alla Canonica aretina.
Due cose appaiono un po’ strane: Campoluci non figura come comunello o villa nel Libro della Lira del 1390, né la sua chiesa appare elencata nei Decimari dei secoli XIII-XIV. E ciò dovrebbe far pensare ad una assai scarsa popolazione locale nel medioevo. Erano comunelli Ceciliano, Patrignone, Petrognano, Sitorni, Venere, Le Corti; e Campoluci no. L’inesistenza del comunello di Campoluci porta con sé la questione della chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Pietro e Paolo.
Come dice la data 1755 incisa sul frontale della porta d’ ingresso la chiesa è stata costruita nel settecento. E non si tratta di ricostruzione di edificio più antico, ma di una vera e propria costruzione di nuovo edificio parrocchiale in sostituzione della antica chiesa parrocchiale di S. Pietro di Nofio (o Noffio). Il toponimo Noffio è ormai scomparso nell’uso popolare. Da ricerche compiute nell’archivio parrocchiale risulta che ancora nel 1780 circa la località Nofio veniva menzionata nei pressi de La Casina e de La Fornace, vicino all’Arno. La chiesa parrocchiale di S. Pietro di Nofio era di origine medievale se non proprio altomedievale. E nel Libro della Lira del 1390 troviamo Noffio quale comunello del Capitanato di Arezzo con la misera allibrazione di Lire 1 e Soldi 10.Nel 1836 la parrocchia di Campoluci, posta sotto il patronato alternativo del Granduca e del Vescovo di Arezzo, contava 178 persone divise in 27 famiglie; nel 1976 erano salite a 308. Oggi sono circa 500 persone.